Filtri a carboni attivi

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1. Tipo di tecnologia
Adsorbimento fisico e/o chimico/fisico su carbone attivo.
2. Inquinanti abbattibili

Sostanze organiche volatili (SOV) solubili e non, la capacità adsorbente tendenzialmente cresce al crescere del peso molecolare della sostanza da abbattere.
3. Limiti di emissione raggiungibili

Se opportunamente dimensionati si ottengono rese di abbattimento del 99%. Tendenzialmente la resa di abbattimento decresce all’aumentare del grado di saturazione del carbone attivo.
4. Descrizione delle apparecchiature e/o del processo
Con questo processo si ottiene una “condensazione” del solvente dall’aria su una “certa” superficie solida (Forze di Van der Waals). La superficie solida più comunemente impiegata è costituita da una massa carboniosa ad altissima porosità, denominata “carboni attivi” la cui attività è direttamente proporzionale alla superficie della sua porosità, (si pensi che un grammo di Carbone Attivo può arrivare a 1250 m2 di superficie, ed oltre). Il solvente contenuto nell’aria da trattare viene quindi “condensato” per capillarità, e trattenuto, nel Carbone Attivo stesso. La capacità di adsorbimento è quindi proporzionale alla sua superficie, e fortemente influenzata da molti altri fattori, tra i quali: la concentrazione delle SOV da depurare, l’umidità, la temperatura, la velocità di passaggio, tempo di contatto ed alla granulometria del carbone stesso. Ad ogni tipo di solvente corrisponde una sua propria “isoterma” applicata ad ogni specifica qualità di Carbone Attivo, dalla cui curva di saturazione si può determinare lo specifico dimensionamento. Ad ogni temperatura corrisponde una sua propria curva di rendimento. L’adsorbimento è sempre una fase esotermica, di conseguenza l’incremento della concentrazione dei solventi comporta un aumento di temperatura ed una conseguente diminuzione del valore di adsorbimento. In generale è necessario non superare i 40°C di temperatura durante il lavoro e tenersi sempre sotto il 25% del L.E.L (Dati di concentrazione molti simili a quelli prescritti per i combustori). Nei filtri a carbone attivi di nostra produzione, il letto a carbone attivo è di forma torcidale, l’aria da trattare attraversa il letto dall’interno verso l’esterno. Questo accorgimento fa in modo che durante l’attraversamento del carbone attivo, man mano che l’aria si impoverisce di inquinante, diminuisca anche la velocità di attraversamento nel carbone, aumentando così la resa di abbattimento. Tale accorgimento ha lo scopo di ottimizzare al massimo l’utilizzo del letto di carbone attivo.

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